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Il dialetto di Agnone al XIII° Congresso della Società Internazionale

 

di Linguistica e Filologia Italiana

 

 

Qualcuno, ad Agnone, ricorderà di aver visto un gruppo di studenti con registratori e taccuini aggirarsi lungo le strade cittadine, fra il 14 e il 18 giugno dello scorso anno, facendo la spola tra l’hotel Duca del Sannio e la Biblioteca Comunale. Essi dall’Università di Zurigo erano venuti a studiare il nostro dialetto nel quadro di un seminario di linguistica italiana dedicato alla morfologia flessiva: ossia, a quella parte della scienza linguistica che studia le forme che assumono i verbi, gli aggettivi e i nomi quando vengono usati, nella frase, in contesti diversi e con diversi valori come sono il plurale e il singolare, le persone del verbo, ecc.

Dal lavoro svolto da una delle studentesse, Dafne Pedrazzoli,  in occasione di quelle inchieste, è ora scaturito un saggio su Classi flessive del nome e genere grammaticale nel dialetto di Agnone, che M. Loporcaro e D. Pedrazzoli hanno presentato, lo scorso 24 settembre, al XIII° Congresso della Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana, tenutosi presso l’Università di Palermo. La prestigiosa associazione riunisce docenti e ricercatori di linguistica e filologia italiana impegnati nelle università di tutto il mondo.   

Nel suddetto lavoro si studiano le interessanti particolarità che l’agnonese presenta in tale ambito: fra tutte, ricordiamo qui solo il fatto che parole come maróite ‘marito’, líupe ‘lupo’ o urze ‘orso’ possono avere un plurale femminile. Si tratta di una peculiarità che già aveva attratto l’attenzione del primo autore di una descrizione scientificamente accurata del dialetto di Agnone, Giovanni Ziccardi, che pubblicò su una rivista scientifica tedesca, nel 1910, il saggio su Il dialetto di Agnone: la fonetica e la flessione, immettendo così l’agnonese nel dibattito internazionale di linguistica romanza. Sono seguiti negli anni altri lavori, fra cui il Vocabolario del dialetto di Agnone, dato alle stampe da Domenico Meo nel 2003, che è servito come punto di partenza per le inchieste condotte dagli studenti zurighesi nel 2013, ed ora questo saggio, parte di un più ampio progetto di grammatica agnonese al quale Loporcaro e Meo stanno lavorando dal luglio 2007, allorquando l’università di Zurigo realizzò la sua prima escursione nel paese delle campane.

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